martedì 18 agosto 2009

10 - La prima e quarta capitale

In ordine di visita: Tokyo, Kamakura, Kyoto, Nara.
In ordine cronologico: Nara, Kamakura, Kyoto, Tokyo.
Con Nara ho messo il piedino nella prima capitale del Giappone, chiudendo così il cerchio visitandole tutte da quel lontano 2007...

Nara è un'incantevole cittadina nell'entroterra della pianura del Kansai, ci si arriva con un non semplicissimo collegamento da Osaka e per dire quanto è piccolina la sua stazione dei treni non ha un centro commerciale (Himeji invece si, per esempio).

Dopo la meravigliosa giornata di ieri, ne volevo ancora, volevo ancora avventura ed esplorazione, perciò decisi di buttare al vento i consigli della Lonely e affidarmi alla guida presa da Maruzen a Tokyo, decisi di infischiarmene del classico tour turistico e andare a visitare un complesso templistico buddista eccezionale e fuori mano.

Da Nara presi il trenino (ciuff... ciuff...) e sbarcai alla stazione di Horiuji e di fronte a me si spalancò... IBARAKI! Per voi tutti che avete visto Kamikaze Girls (l'avete visto vero? IL film giapponese per eccellenza vero!?) non faticherete a ricordare la sonnolenta, rurale, graziosissima provincia di Momoko e Ichiko, ecco mi sembrava di esser stato trasportato li! Ho visto pure ragazze yanki in sella a motorini moddati come quello di Ichiko!

Dalla piccolissima stazione a due binari (che tenera) sosto un'attimo presso il centro informazioni dove mi danno una cartina (in doppia lingua) con tracciato a manina con il pennarellino il percorso per il complesso templistico di Horyuji, che meraviglia, ero su un'altro Giappone.

Mi incammino lungo la via prefetturale (qui le statali sono prefetturali) e mi godo questo meraviglioso, semplice, rurale, paesino della provincia, della provincia della cittadina di provincia e mi innamoro immediatamente, mi innamoro della cassiera del Family Mart che sussulta sorpresa quando vede che alla cassa c'è uno straniero, mi innamoro del delizioso ristorante a self service dove ho mangiato una tempura (e un'altra cosa buona, ma sconosciuta) e tutte erano solerti a indicarmi come fare a prender l'acqua e come funzionavano le salse ecc... mi sono goduto il pranzo in mezzo a provinciali che mi guardavano tutti incuriositi salvo poi girarsi veloci se li guardavo io.

Mi sono innamorato del Tempio di Horiuji, forse perchè è semplicemente il più antico tempio buddista del Giappone e la costruzione in legno più antica dell'umanità.
Qui ho scovato uno Shrine che sospeso in un piccolo lago impose su di me una pace assoluta nel contemplarne l'altare a gambe incrociate, senza scarpe su tatami scricciolanti e morbidi.
Una serenità si è impadronita di me nel lieve accarezzarmi della fresca brezza al suono delle cicale che pigre intonavano le loro canzoni di armoniosi suoni


Pieno di calma e serenità decido di attraversar l'ignoto e armato di sola cartina, confidando nella sorte di questa splendida giornata mi incammino per i vari km che mi separano dal tempio di Horinji.
Supero laghi artificiali, colline, campi di riso, perso sempre di più in quel Giappone meraviglioso, autentico, vero, profumato, dove le persone ti salutano mentre le incroci, dove ogni cosa è lenta, ponderata, misurata, attenta come immersa in una bolla di serenità natia.



Alla fine giungo il quel meraviglioso piccolo tempio Buddista e come mai non mi sorprendo di trovarne la storia in doppia lingua? Mi godo la serenità di quel luogo perso nel tempo e nello spazio immerso anche io in una bolla di liquida e serena quiete.



Non mi preoccupo di ritrovar la strada che per km mi ha condotto fra stradine e campi e colline in quel luogo, so che la troverò, non mi preoccupo di trovar ristoro in un delizioso caffè gestito da un vecchietto giapponese dall'aria vispa e allegra, non mi preoccupo di nulla, come in un sogno mi godo la passeggiata, mi inebrio degli odori delle risaie e dei suoni ritmati dei contadini, del cicalio e del frusciar del vento.

Che meravigliosa giornata e che meravigliosa scoperta Nara!

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