domenica 30 agosto 2009

21.1->22 - The last slowly Tokyo Sunday

Ed eccoci qui, all'ultima domenica di quest'avventura, all'ultimo placido atto di un'insieme di esperienze indimenticabili.
Già mi manca Osaka, e da domani mi mancherà Tokyo, la sua Daykan-yama, il suo Doutor di Ginza, il suo Liquid Hideout di Shinjuku, come ho soprannominato il posticino bellino che mi diede rifugio la sera in cui partì per Osaka, con il suo delizioso Starbucks, la sua piazzetta accogliente e la sua fontana che magnetizza lo sguardo.


Vi sarete accorti che in questi ultimi giorni a Tokyo non ho fatto il turista in termini classici, ma mi sono immerso nella mia Tokyo, senza alcuna meta senza alcuno scopo se non carpirne per quanto possibile l'essenza, andando nei posti che preferisco, perdendomi nei luoghi che mi attraggono come ovviamente lo SquareEnix ShowCase e la mastodontica Tower Records di Shibuya, sei piani immensi di musica, una meraviglia, una mecca per chi passa metà del suo tempo con un paio di cuffie nelle orecchie e dove si trova di tutto... ma proprio di tutto... ;-)


Forse è tempo di rispondere alla domanda: "Why Japan?", ma anche no, una risposta c'è l'ho, ora chiara, ma parafrasando uno sconosciuto scrittore nostrano, la risposta va bagnata nelle acque del Po, in modo che abbia quella obiettività che richiede.

Voglio però togliermi e togliervi qualche curiosità:

Perchè i titoli dei post in inglese? Perchè Ayumi Hamasaki intitola sempre le sue canzoni in inglese ;)

Come funziona quella gelateria? Si ordina il gelato e poi da una lunghissima lista di alcolici se ne scelgono tre che vengono serviti su piccoli bicchierini con un piccolo cucchiaino, ognuno con la sua etichetta, prendi una cucchiaiata di gelato e ci versi un pò di liquore e mangi e così via, intervallando tutti i liquori, tuoi e degli altri, se finisce il gelato ovviamente ti viene riempita di nuovo la ciotola, si paga a forfait :) alla fine ti viene servito caffè caldo per mandar giù il tutto e ripigliarti dalla liquorata :)


Meglio l'est o l'ovest del Giappone? Bella domanda! Entrambi ovviamente :D

Terrorizzato dal viaggio di ritorno? Certo, al solito, io mi preoccupo sempre un pochino troppo.

Tornerai già il 1 settembre a lavorare? Ecco ve lo dico già da subito in via ufficiale, prima delle 13.30, ovvero dopo pausa pranzo scordatevelo! ;-D

Con questo si chiude questo Japan2009, sicuramente il più turistico e avventuroso dei tre, forse privo dell'inizial stupore, ma ricco di piccole e grandi, a volte enormi meraviglie
Come si sa le opere migliori sono tutte divise in tre parti, un'inizio, dove ci si stupisce e ci si inebria e se ne vuol sempre di più, una transizione, dove si approfondisce e si sperimenta e si impara a conoscere per conoscersi e un finale dove il viaggio conosce nuove mete affrontate con esperienze passate che ne rendono il godimento pieno, completo e appassionante.

Japan2009 è stato il viaggio, talmente incredibile che sinceramente non mi aspettavo, non pensavo, non osavo immaginar finale migliore per la mia personale Japan Trilogy :)

Gabriel Voyager (--
--) Warp From My iPod Touch

P.S.
Una trilogia si è conclusa... quanti di voi credono che non se ne riapra un'altra? ;-)

21.1 - More of the same Sweet Relax

Questo post andrà in onda in versione ridotta perchè son morto di sonno e voglio andare a nanna, di più domani.

E' bello scoprir di riuscir ancora a sopravvivere alla ressa di Harajuku il sabato e riuscire a godersi il Super Yokasoi 2009.


E' surreale camminare in mezzo alla via principale di Ginza resa pedonale... mi spiegarono per gli ultimi convegni elettorali poichè qui domani si vota per una delle politiche più importanti del nuovo millennio Giapponese.


La vedete vero l'insegna dell'Apple Store di GInza? E' una sicurezza acquistar qui al day one mondiale i prodotti Apple, fu così per il mio primo iPod ed è stato così per "MacOS X Snow Leopard", il commesso mi disse: "Japanese pachage?" e io "Yes, I want it at the Day One" al che lui rise e disse "Yes, it's right!"



E' fantastico scendere al B1 (primo piano sotterraneo) al seguito di autoctone per scoprire una deliziosa, microscopica gelateria famosissima di Ginza, geniale e frequentata da star del cinema, gestita da due simpaticissime fanciulle e il cui funzionamento vi spiegherò nel 21.2.... e poi dicono che i Giapponesi non sono creativi!

Good Night... the moon is rise!

venerdì 28 agosto 2009

20 - Sweet Relax

E' bello ancora stupirsi per come è strano dormire sul futon... però una sedia... è sempre una sedia.



E' bello stregarsi per come si muovon veloci le mani della bigliettaia sul touch screen e tastierino numerico che par danzare, seguito poi da spiegazioni dettagliate su come prendere il Narita Express appena prenotato.

E' bello ancora e sempre rimanare affascinati dall'attraversamento pedonale di Shibuya, quando i semafori sono rossi sembriamo due eserciti mediavali che si affrontano e quando scatta il verde, se si è in prima fila, si ha quasi paura dell'impatto, poi come per magia si formano pieni dentro vuoti, come se Sun Tzu avesse scritto la sua regola guardandone l'andamento dallo Starbucks di Tsutaya.


E' bello ancora sorprendersi dei strani avventori che frequentano alcuni ristorantini...



E' bello trovar ancora strano che per cercar dove andare a mangiare devi alzare lo sguardo alle insegne al nono piano.
E' strano che se non sai dove andar a mangiare puoi passare 3 ore a vagliare tutte le possibilità, tanti sono i locali, localini e trattorie, sparsi in orizzontale e verticale, che alla fine fai come fanno i Giapponesi, ovvero vai diretto in quelli che conosci.

E' buffo che alcuni palazzi presentino al primo piano (piano terra nostrano) solo un ascensore, che ad ogni piano si apre direttamente nei locali.

E' divertenete fermarsi un attimo in una smoking area ed osservar i mille e più abbigliamenti dei giapponesi (e su questo molto si dirà in seguito) come è divertente passeggiare lenti lenti, senza iPod ad "ascoltare" la città, i venditori che ti urlano per pubblicizzare le merci, le musiche assordanti che escono dai negozi, l'incredibile inquinamento acustico che ogni tanto si crea che però pare un'onda, ti sembra di scorgere una sorta di armonia, comunque allegra e spensierata.

E' incantevole trovare una creperiè all'angolo di una via secondaria di Shibuya, dai colori pesca e giallo piena di rampicanti intorno alle finestre dal chiarore invitante.

E' sorprendente tuffarsi in un Don Quichotte ed uscirne tutto intero e illeso.

E' stupefacente prendere un illy in uno dei pochi dehor di Osaka e accorgendosi che manca il posacenere, alzarsi, entrare e chiederne uno, lasciando il touch acceso sul tavolino e lo zaino sulla sedia che a chiunque bastava allungar una manina e ritrovarli ovviamente e non trovarlo neppure strano, anzi farci caso tempo dopo.

E' carinissimo tenere la porta aperta di un negozio a due signorine che stanno entrando e loro tutte stupite della galanteria inattesa ridere come sciocchine e profondersi in arigato ed inchini.

Quante altre cose, quante... il Giappone è una scoperta continua fra stupor e meraviglia.

giovedì 27 agosto 2009

19 - The Two Second One's

La seconda capitale del Giappone...
La seconda città del Giappone...

Stamane mi sono svegliato bene, ho fatto il cambio di stanza fra quella che avevo implorato per una sera prima e la mia "regolare" e sono sceso al mio caffè Tanako immerso nelle viuzze di Shibuya.
Avevo voglia di una gita e così ho deciso di andare a Kamakura, via Yokohama, potevo anche andare diretto da Shibuya, ma avevo voglia di una sosticina "espresso" ;)
Arrivo a Kitta-Kamakura che è la stazione prima di Kamakura e dove secondo me ci sono le cose più belle, più tranquille e più suggestive.
La guida di Tokyo non è della Lonely per fortuna (vi ho già detto che dovrebbe fallire, vero?) e infatti è un piccolo capolavoro e mi consiglia tre perle, due nuove e una vecchia conoscenza.

Il primo è il Tokeji, un delizioso tempio buddista che si snoda fra le colline di Kamakura offrendo una vista, dei colori, delle suggestioni uniche.


Il secondo è il Jochi-Ji un tempio Zen con delle viste uniche dovendo passare per cunicoli bassissimi, bassi e stretti per arrivare al cimitero... fa un pò paura, ma ha una tavola da tè che è un sogno!

Il terzo è il Kencho-ji e per arrivarci dovevo percorrere 1km (orami si sprecano...) ed avevo un pò fame, così mi sono ripromesso di fermarmi prima di arrivare... e invece... mi sono ricordato che Kamakura è una ricca cittadina residenziale della medio alta borghesia di Yokohama e Tokyo, si vedono macchine da paura e ci sono locali il cui prezzo minimo è 4000 yen, per un sandwitch volevano 1260 yen che è quanto ho speso per cenare ieri alla terrazza di Akiba Ichi!

Caso vuole, karma, destino, fato che proprio davanti all'ingresso del tempio ci fosse un vecchietto che preparasse le Takoyaki, bè non proprio buone come quelle di Osaka purtroppo, diciamo Honshu Style e alla fine ero satollo pagando 300 yen :)
Certo direte voi, potevi portarteli due tramezzini di AM-PM prima di partire, potevi fare come i turisti 30 litri (i turisti che per fare 2 fermate del metrò si caricano zaini da 30 litri di non so che cosa diavolo ci si possa mai portare), invece no, a me piace all'avventura ;-)

Mi visito il Kencho-ji che tra parentesi è il primo tempio Zen del Giappone e mi accorgo dell'importanza dei percorsi, dei sentieri, del cammino iniziatico, mi perdo infatti in quello che consideravo il più bello, l'ascesa al santuario Hanso-bo, certo, prima che andassi a Fushimi Inari.



Rientro tutto contento e pacioso e sono ad Yokohama, mi scusino gli abitanti del luogo, ma non riesco a considerarla una città slegata da Tokyo, anche se sulla carta lo è, anche se è enorme con 3,6 milioni di abitanti, però è a mezz'ora da Tokyo, come se Napoli fosse a mezz'ora da Roma, senza peraltro soluzione di continuità, non c'è la faresti a considerarla a se stante.

Ovviamente mi fiondo al Landmark Tower con il suo ascensore più veloce del Giappone (45km/h) e la sua vista più alta del Giappone... però dopo lo Sky city di Osaka senza vetrate qui ho qualche fastidio ad accettarle anche se siamo al 69 piano mentre allo Sky City ero "solo" al 40.



Scendo e cosa mi trovo, un bel ristorante italiano, un pò strano però, non si rifà all'Italia, ma a Little Italy di New York, ecco qui i ristoranti più fighi sono delle specie di giostre del circo, tranne quelli giapponesi tipici o che comunque si rifanno alla tradizione, gli altri tentano di creare un'atmosfera, una sensazione, qui si voleva ricreare la New York del Padrino e ci sono pure riusciti!
Mangio scialato come un gatto nella dispensa al 5 piano della Landmark Tower con vista sulla baia di Yokohama... e qui i riflessi si fanno artistici:


Ma mi accorgo di essere parecchio stanco, questo Japan2009 mi ha sfibrato, forse anche di più del 2007, sicuramente molto di più del 2008.
Basta gite, 3 giorni di assoluto cazzeggio... che farlo a Tokyo, cacchio non so se mi spiego :)

Good Night to all the second one's!

mercoledì 26 agosto 2009

18 - The Bullet Quest

Ed eccomi, stravaccato in una comodissima poltrona, a sgranocchiare Pochy al cioccolato fondente, con il miglior CD di Ayumi Hamasaki nelle orecchie e il Giappone che mi scorre davanti come un bellissimo documentario in Full HD...
A volte mi vergogno un pò di come me la scialo in maniera scandalosa... a volte... e solo pochino però!

Il colpo di stato che vi accennavo e stato l'implorare una camera al mio ryokan di Tokyo e correre a prenotare un posto sullo Shinkansen stra mega ultra limited sticazzi express edition!

Ero panicato, non so perchè, ma quasi non dormivo ieri sera, ero panicato nonostante avessi preso già tonnellate di treni (locali, express, limited express, Romance ecc...) per tutte le destinazioni immaginabili, nel Kansai praticamente vivevo in treno, ma mai uno così bello, veloce e costoso.

Arrivo alla stazione scandalosamente in anticipo, per fortuna appare di fronte a me un Doutor come un'oasi di salvezza e mi prendo l'ultimo espresso nel Kansai, poi eccomi con il mio bigliettino in giapponese che provo a capir qualcosa...
In Italia è facile, ci sono uno due, treni che partono per una destinazione al massimo e mai contemporaneamente, ecco da Osaka a Tokyo c'erano 6 banchine 6 dove venivano sparati come proiettili Shinkansen (...appunto...) ogni 10 minuti! 10 minuti! Arrivava uno alla banchina 25 (la mia) qualche minuto per caricar la gente e poi via BUM! Poi arrivava alla 26 un'altro, qualche minuto e via BUM! nei 20 minuti che aspettavo il mio fra le sole due banchine (25 e 26) ne sono partiti 6! in 20 minuti!


Questo è il mio :)

Alla fine riesco a capirci qualcosa confrontando l'hiragana del biglietto con quello dei treni e anche perchè mi aiuta un signore che mi regala anche un ventaglio perchè si vergognava del caldo che ero costretto a subire li a Osaka! Ma pensa te! Io non sapevo come contraccambiare, così mi ricordo di avere una moneta da un'euro in tasca, era tutto contento! Non aveva mai visto un'euro, poi quando ha saputo che ero italiano, apriti cielo :)

Alla fine salgo e neanche il tempo di scialarmela come un'infame che in due misere ore e mezza attraverso mezzo Giappone e sono a Tokyo... ecco io non so come cacchio fanno, non lo so, però il treno è partito alle 10.27 come da biglietto ed è arrivato alle 13.03... preciso! Spaccato! E qui non è un caso, è la normale normalità di un paese che sa quello che fa, e in fondo che cavolo, ci vorrà mica così tanto, viaggia su binari un treno, per forza sarà preciso... o no (ecco no, dipende dalla nazione...).

Poso i miei goduti e riposati piedini sul sacro suolo di Edo... e accidenti, sono contento come un bambino la mattina di Natale! Mi sentivo a casina... prendo la Yamanote senza neanche guardare, tanto lo so che il colore delle indicazioni è verde, scendo a Shibuya e senza neanche guardare mi dirigo automaticamente all'uscita di Hachikō ...

Cammino lento, lento che pure una vecchietta con il deambulatore mi avrebbe superato, trascinando la mia valigia piena di cosine carine del Kansai (quante cose ho preso! Ma quasi tutto per voi... see! Quasi tutto per me ;) e ancora fresco come una rosa di rugiada coperta arrivo al mio ryokan :)

Senza sudare, fresco, pulito e profumato avevo attraversato il Giappone scialato come manco il TGV :)

Dopo Den Den Town di Osaka mi era venuta voglia di vedere Akihabara e così eccomi di nuovo sulla Yamanote (piccola nota, i trasporti sono molto più economici a Tokyo che ad Osaka) ed eccomi nel mio negozzietto di Electric Town preferito a sbavar di mille più gadget di Dragon Quest! C'è ne erano di più e più belli!
Non ho speso tanto, giuro, poi stavolta ho pensato anche a qualcuno di voi! Davvero!


Cazzeggio sereno per Akihabara e capito da Softmap che è una famosa catena di negozi di videogames, ecco per vedere l'andamento in Giappone del mercato dei videogames basta infilarsi da Softmap e dare un'occhiata alla disposizione degli scaffali, primo il Nintendo DS con il suo Dragon Quest IX a pari merito il Wii con Monster Hunter III della Capcom che qui in Giappone non è un gioco, ma una istituzione nazionale.
Al secondo piano l'Xbox360 con Magna Carta II e piccola in un angolo la PS3 che manco con il nuovo modello riesce a vendere, nonostante qui costi 29000 yen (poco più di 200 euro) ed è veramente poco!

Guardo la parete delle prenotazioni, qui c'è un'intera parete con le locandine dei giochi, data di uscita e tanti fogliettini sotto ogni locandina, se vuoi prenotare qualcosa prendi il fogliettino e vai alla cassa, semplice no :) e sbavo per le cose che stanno per uscire da loro, sopratutto per Bayonetta... uffa!

Cazzeggia che ti cazzeggia si fa una certa e il languorino sale, così mi dirigo ad Akiba Ichi che è un bel palazzone pieno di ristoranti, e tante altre cose ed in attimo sono seduto in una delle rarissime terrazze scoperte di Tokyo a mangiar felice come un bonzo nel nirvana e poi a gustarmi un bell'espresso come dio comanda (altra piccola noticina, l'espresso qui a Tokyo è un'istituzione, non come a Osaka che a trovarlo...) guardando i tokyesi attardarsi in Akiba Plaza...


Welcome back in Tokyo!

P.S.
Guardate questa foto di Shibuya, lo vedete il cartello sotto HMV? Ecco si tratta del secondo atto di 20 Century Boy, il primo l'ho visto per caso alla tv ad Osaka e me ne sono innamorato! Esce il 29 al cinema qui in Giappolandia... quasi... quasi...


E indovinate cosa esce il 29: OS X Snow Leopard! Mi sa che faccio una capatina all'Apple Store di Ginza ;-)

Good Night and good Quest to all!

martedì 25 agosto 2009

17 - Goodbye Kansai!

Eccolo il mio residence, alto alto, stretto stretto.
Sono stato molto fortunato a trovarlo, è in una posizione eccezionale, in mezzo ad Amerika Mura, a due passi da Dotumbori, ad un isolato dagli Champee Elysee di Osaka con i loro negozzi di Gucci, Versace, D&G e sopratutto Apple ;)



In questo "piccolo" albergo vicino al mio, con una forma che spesso mi ha fatto da guida da lontano c'è la fermata del metrò, due linee la incrociano, una che porta al castello di Osaka e una che porta ad Umeda, insomma sono a due passi da tutto il meglio di Osaka.



Alla fine il Kansai mi mancherà parecchio assai, Osaka si è rivelata una gran bella città, sicuramente un'ottima scelta averla come casa base e meritevole di ben più di qualche riga annoiata sulla Lonely, è sempre la terza città del Giappone ed è un piacere visitarla o anche solo bighellonarci, piena zeppa di biciclette, con una strana tendenza a tenere la sinistra sui marciapiedi come Tokyo, ma sulle scale mobili (e solo li) a tenere la destra.
Gli Osakesi sono meno sostenuti degli abitanti di Tokyo, più simpatici e rilassati, infrangono anche qualche regoletta! Come quella di parcheggiare la bici dove non si può o fumare dove non si deve, cosa che a Tokyo è impensabile.


Nara mi ha stregato, Kyoto mi ha deliziato, o meglio non proprio esattamente Kyoto che forse è stata la delusione più grossa come città, per fortuna non mi sono fermato li a dormire, ma il suo Tenryu-Ji e sopratutto l'immenso Fushimi Inari la rendono la meta "sacra" imperdibile di tutto il Giappone.
Per quanto riguarda il "profano" il Castello di Osaka e sopratutto il capolavoro del Castello di Himeji hanno saputo soddisfare le mie più recondite e ardite speranze di assaporare il Giappone dei Samurai che così tanto amo da così tanto tempo.

Così tante cose ho lasciato da visitare, si deve sempre lasciare qualcosa per aver la scusa di ritornare, e sicuramente Himeji e Fushimi Inari mi sono così entrati nel cuore che sarà difficile resistere alla tentazione di rivederli.

Domani torno a Tokyo, il mio primo grande amore, la vedrò sicuramente con occhi diversi, dopo che ho visitato un Giappone che è diverso, ma sempre se stesso e qui ci starebbe una riflessione più grande, una risposta che devo anche a Yuki: "Why Japan?", già perchè...

Good Night, the last (... maybe not ...) in Kansai!

P.S.
Oggi girando per Shinsaibashi ho incrociato un negozio di 4 piani di valigie, borse, zaini e tracolle e voi lo sapete... ho vacillato, scartando le tracolle tipicamente femminili che qui invece portano i maschietti, mi sono preso una stupenda tracolla bellissimissimissima! :D


16 - Den Den, the Sky Lights and the Kushikatsu

Dopo ieri, come potete immaginare, desideravo una giornata lenta, pigra e di assoluto relax fancazzista, e quale miglior modo se non prender la via del distretto shopping più pazzo di Osaka?

Den Den Town è la risposta ad Akihabara di Tokyo, ovvero il quartiere dell'elettronica, dei manga e dei videogiochi, per arrivarci mi incammino sereno diretto a Namba Station passando per un pigro passeggiar nelle gallerie dello shopping coperte di Shinsaibashi.


Dopo un lento camminare, una pizza, una sosta da Starbucks e una visita da Bic Camera (il principale concorrente di Yodobashi Camera) eccomi arrivare, all'inizio si presentano solo negozzi di manga, anime e cosplay, mi piacciono i manga, ma non sono la mia primaria passione e chi mi conosce può immaginare quale sia...


Mi inoltro per le stradine sereno, a parte un paio di magliette di Evangelion 2.0 posso resistere a tutto... quando ad un tratto... bastardi! Allora lo fate apposta! Vengo colpito diretto diretto nel mio punto più debole! Dragon Quest!!!!
Dovete sapere che qui in giappolandia è uscito Dragon Quest IX il primo di numerazione originaria ad uscire per Nintendo DS e porca paletta infame, c'è lo avevo fra le mani, insieme a gadget di ogni tipo, comprese delle rarità assolute!
Ma il gioco lo dovetti posare, sapete c'è una minimale barriera linguistica e i gadget gli ho dovuti lasciare, primo perchè Akihabara, non me ne vogliano gli Osakesi, ma è meglio, poi perchè a Tokyo c'è l'antro delle meraviglie, la mecca, il santo graal, la nona meraviglia dell'umanità: SquareEnix ShowCase! E volete che non ci vada!?

Dopo essermi girato tutta Den Den Town mi ritrovo di nuovo a Namba Station e... cavolo se è tardi! Mi fiondo in stazione per prendere la Midosuji Line (la mia linea, orami la conosco a memoria) e giungere a Umeda Station, passare il cavalcavia e presentarmi all'appuntamento con... il tramonto!

Vi ricordate vero!? Volevo assolutamente vedere il tramonto di Osaka dalla terrazza aperta del 40esimo piano del Shin-Umeda City Sky Building!
Arrivo 20 minuti prima del tramonto e signori... che spettacolo incredibile! Non siamo in tantissimi, si sta bene, il cielo è limpido, terso, pulido e lindo per via di un bel vento deciso che ha spazzato via ogni nuvola e accidenti!


Dopo essermi goduto il tramonto in religioso godimento estatico ecco la città che inizia ad illuminarsi e respirare, si le città in Giappone respirano, le mille luci rosse che illuminano i palazzi in modo che un aereo non li cilindri sono intermittenti, di una intermittenza graduale che sembra un respiro e i palazzi sono tanti e così le luci e così Osaka vibra di rosso respiro.


La terrazza non ha vetri, non ha nulla che possa rifletter fastidiosamente e rovinarti la bellezza di questa città illuminata di notte. E' qualcosa di incredibile, estatico, vedi i treni come luminosi vermetti che si incuneano nel cuore della città, vedi mille luci bianche e rosse muoversi veloci nelle autostrade multi-livello, vedi le luci di tutti i colori immaginabili rischiarare il cielo e in alto il rosso respiro come un manto ogni cosa rende viva e pulsante.


Qui potete vedere il Castello di Osaka


Qui i grattacieli di Umeda


E qui il porto...

Che meraviglia...

Me ne scendo veramente a malincuore dopo essermi quasi mezzo assiderato, fa freschino lassù, anche ad agosto, sopratutto con il vento che c'era.
Scendo e mi riscaldo un pò fuori (qui per riscaldarti devi uscire all'aperto, dentro qualsiasi cosa, bar, ristorante, negozio, stazione, metro, treno, bus ecc... è sempre un delirio di aria condizionata a manetta), mi fumo una sigaretta e mi accorgo di aver un leggero languorino, così vedo le pubblicità dei ristoranti dello Sky City e mi accorgo che questi matti nel primo piano sotterraneo hanno ricostruito una strada della Osaka degli anni '30 piena di ristorantini tipici che più tipici non c'è ne.


Giro un pò, un pochino preoccupato perchè l'inglese latita e pure i prezzi sono scritti in kanji! Non si riesce a capire nulla, così decido di fregarmene e mi infilo nel primo che mi ispira e...
Oddio! I cuochi e camerieri sgranano gli occhi, pensano per un'attimo di mandarmi via, ma poi mi fanno sedere, riesumano una descrizione in inglese del ristorante dov'ero capitato e tentano a gesti di spiegarmi, sopratutto per evitare che combinassi casini da barbaro incivile.

Ero finito in un Kushikatsu! Questa tipologia di ristoranti presenta un bancone con al centro la cucina e il cuoco, questo pone un piatto e un pesce di ceramica con la bocca aperta davanti a te, sul tuo pezzo di bancone hai un coso dove posizionare il sale, mostarda ecc... un contenitore per la salsa, un contenitore con insalata cruda da sgranocciare, una marea di contenitorini con dentro delle cose (sale, mostarda e salsa ;), le bacchette, un tovagliolo asciugamano umido e un bicchiere d'acqua.
Il cuoco ti porge sul piatto in ceramica vari spiedini di pesce (mi diceva in giapponese che cos'erano, io sorridevo e mangiavo), tu li prendi, mangi e poni il bastoncino dentro la bocca del pesce in ceramica. Puoi intingere il bastoncino nella salsa, nel sale, quello che vuoi, quando ne hai finito uno il cuoco te ne porge un'altro diverso e così via.
E' uno dei modi più pazzeschi di mangiare che mi sia capitato qui in Giappone :) e uno dei più buoni! Ero un pochino spaventato per il prezzo, non sapevo quanto mi sarebbe costato e considerando che in Giappone, in una bettola magari puoi incontrare il sommo Sensei della tempura, insomma va bè, la Visa l'avevo.
Alla fine me la cavo con 20 euro :) Che pacchia, che mangiata, che bello :)

Addio Sky Building, domani è l'ultimo giorno a Osaka e poi si torna a Tokyo... ho commesso un piccolo colpo di stato che poi vi racconto.


Good Night and good Kushikatsu!

domenica 23 agosto 2009

15 - The Path of Perception

Volevo che si concludessero in bellezza le mie visite a Kyoto, con la visita al tempio che già sapevo mi sarebbe piaciuto di più, con il gioiello che tenevo nascosto nel cassetto, perchè il meglio si tiene sempre per ultimo

Io adoro i "torii" i shrine gates, i cancelli del tempio.

Li adoro nella forma per me ipnotica e per il loro essere cancelli senza sbarre, il cui passaggio non è fisico, ma sprirituale.

Il tempio, o meglio l'insieme di templi di cui più di 10.000 torii ne ammettono l'ingresso è il maestoso: Fushimi Inari.

Inari è il dio Shintoista del riso, dei cereali e del raccolto, quindi dell'abbondanza e della prosperità.

Diversamente da qualsiasi altro tempio, questo è un'insieme di più di 100 templi, a volte poco più di un'altare, dove fiere e indomite volpi (l'incarnazione di Inari) vegliano ai lati.


I 100 e più templi sono dislocati in un'enorme area che si snoda su una collina per più di 4 km, e il percorso, tutto l'intero percorso, per tutti i 4 km è segnato da più di 10.000 torii che ne compongono le pareti e il soffitto in una mistica e ipnotica sequenza di vermiglio del legno laccato e verde degli alberi lussureggianti della foresta selvaggia.

Perdonate se posso sembrar sconclusionato, ma è difficile scrivere ciò che è pura emozione, ciò che non può esser narrato, ma solo vissuto, nel mio piccolo ci proverò.

L'ingresso del tempio è già una meravigliosa esplosione di nero, rosso ed oro, in forme tipicamente Shintoiste, che ricordo è la religione madre del Giappone.
Ma nulla fa presagire l'inenarrabile, se non i numeri snocciolati dalla guida, che sono impressionanti, ma freddi, come la lieve pioggierellina che viene a posarsi sulle calde pietre del tempio mentre mi appresto la salita.

Il primo impatto è da far rimanere senza fiato, da spalancare la bocca di fronte ad uno spettacolo che neppure l'immaginazione può comprendere.
Il sentiero si svolge diritto fino ad una biforcazione, qui si aprono due stretti corridoi di torii fitti fitti e percorrerli come me al crepuscolo, bè... ma non percorriamo i tempi.


Superati i due corridoi questi si riuniscono nel lungo cammino che porterà ad una delle tante stazioni di sosta in prossimità dei templi più grossi.


Si raggiunge infine la stazione di sosta e si sono già percorsi non so quanti km tortuosi in ripide scalinate, i turisti si fanno radi, qui ci salgono solo chi ha volontà di vedere, gli stranieri latitano, sono l'unico.


Dalla stazione di sosta si apre unenorme anello, che quivi ha inizio e fine e che porta fino alla sommità della collina, al tempio più alto.




Ma mentre percorro il restante semicerchio... si attraversa una valle nella foresta, ero solo, non c'era anima viva, ero in quella valle colmo di suoni alieni e natura selvaggia e lontano il sentiero dei torii continuava e io ero spaventato, poi ecco, non è stata una percezione conscia, ma in quel momento, in quella foresta, in quel sentiero, ho sentito una verità, che non può esser capita, ma solo percepita e fatta propria.
E' stato un momento di pura magia, uno di quei rari momenti nella vita di autentica lucidità, dove tutto ti appare chiaro, dove il "qui ed ora" Zen ti appare chiaro, dove "sei" e dove il tutto "è".


Questo percorso dove il fronte del torii è liscio all'andata e iscritto al ritorno, questa immersione nella natura selvaggia casa degli dei poichè ogni cosa è un dio, questi km percorsi lentamente, quasi sempre senza nessuno intorno, quando si incrocia qualcuno ci si salutava con un bisbiglio, questo sentire un'emozione pregna di significati, non ha parole, Fushimi Inari non è un sito turistico, un "luogo" è un'esperienza che va vissuta, interiorizzata.


Ci sono rimasto quasi 7 ore, tutto era sparito, le altre cose che volevo fare, che importanza avevano, volevo vederne il sole calare, non mi bastava mai la sua bellezza, volevo ascoltarla ancora.


Infine giunse la sera e si accesero le lanterne e il tutto si fece ancora più denso di mistico mistero.


Addio Fushimi Inari, non pensavo, non credevo, ma mi hai tolto le parole dandomi qualcosa che può solo dirsi emozione pura.


Good Night and walk the path...

sabato 22 agosto 2009

14 - The Bambù Forest and the Sensei

Mi metteva un pochino ansia, lo ammetto, ma troppe cose belle celava (bene) anche se erano di difficile scoperta.
Aprì la guida e cercai i tre stelle, quello che non andava perso, lasciai perdere il Golden Pavillion, ci vanno tutti e poi è falso, ovvero è stato ricostruito nel 1950.
Così decido per qualcosa di vero, di autentico, di unico e imperdibile.
Era ora di tornare a Kyoto...

Arrivo alla stazione di Kyoto e mi dirigo al centro turistico, qui vengo scambiato per un francese! Bè sempre meglio di un americano, 1000 volte meglio. Apro la guida e punto il ditino smagrito (poi vi racconto) sulle due mete che ho deciso non potevo perdere e mi faccio dare indicazioni per arrivarci.
Tanto lo so che dopo arrivato sarà un casino lo stesso, ma tantè...
Poi, un pochino sottovoce, dico "Can I make a stupid question... where is the Nintendo Headquarters?" impassibile la ragazza dietro il bancone, sgrana lo sguardo per una frazione di secondo, poi si riprende e con assoluta freddezza e cortesia nipponica mi spiega che è solo un palazzo, non è accessibile all'interno, io le spiego che volevo vederlo lo stesso, allora sempre professionale mi indica il punto sulla mappa e come arrivarci senza batter ciglio... dopo ho realizzato che lo sapeva a memoria! O ci teneva anche lei a saperlo oppure erano in tanti i malati come me che lo chiedevano :D

Ma la meta di oggi era un'altra: Tenryu-Ji!
Questo tempio è il più antico tempio Zen del Giappone, oltre ad esser il più importante tempio Zen del Giappone, con meraviglie uniche fra i templi Zen del Giappone... insomma ho reso l'idea!
Tenryu-Ji signofica "Heavenly Dragon" e già il nome mi piace un casino, poi non è proprio a Kyoto, ma in un paesino chiamato Sagano, accessibile con il treno della... indovinate? Sagano Line.


Vi ho spiegato che qui, oltre alla JR ci sono tante linee private e che nella stessa stazione possono partire innumerevoli linee JR e private, per accedere ai binari passi un tornello che registra sul biglietto o sulla card la stazione di ingresso, poi quando arrivi passi un'altro tornello che si mangia il biglietto oppure ti scala l'importo dalla card, quindi non ci sono controllori sui treni.
Per assurdo ti puoi fare da Sapporo ad Okinawa stando sempre qui binari senza mai uscire alle stazioni!

Arrivo a Sagano dopo aver chiacchierato con una executive che da Tokyo era diretta a Kyoto per un meeting, e... quanto mi piacciono i paesini! Questo bellino paesino sonnolento di provincia è delizioso come Horiuji di Nara e si mangia benissimo, un piccolo trucchetto: il tursita felice è un turista a stomaco pieno, a patto di mangiar sano e leggero e qui nel Kansai è tutto sano e leggero, appetitoso e buonissimo.



Arrivo satollo al tempio e me lo giro tutto rapito dal consueto, ma mai bastante, splendore di natura, templi, giardino Zen (il migliore dell'umanità intera azzarda la guida) da girar tutto con le ciabattine lungo i le costruzioni e le balconate di legno antico.



Terminato il giro, con ciabattine e senza si esce dall'uscita nord del complesso e qui si svela una sorpresa, un'autentica, inaspettata, sorpresa mozzafiato, una foresta di Bambù!
Il sentiero di snodava oscuro in mezzo a quei flessibili, altissimi potenti alberi di Bambù, non ne avevo mai visti così tanti, non mi ci ero mai incamminato in mezzo!
Ero un pochino spaventato, il primo perchè non sapevo dove stavo andando (a Kyoto, al solito, è tutto in kanji, tutto) e poi perchè è un pochino inquietante passeggiar in mezzo al frusciare sibilante di quella foresta aliena.


Esco e scopro un bel laghetto, con una bella stazioncina (che ovviamente non si poteva capire dove portasse, in effetti è un po noiosa questa inaccessibilità di Kyoto, secondo me non c'è li vogliono gli stranieri, infatti ero l'unico!) una bellissima cicogna in mezzo al laghetto che inizio a percorrerne il sentiero adiacente, per poi scoprire che portava in una specie di quartiere ultra esclusivo residenziale.


Mi perdo un po in quel ben di dio di natura, mi riposo alla stazioncina, mi ripiglio e decido di non rischiar il trenino e tornare ad Osaka per conosciute vie.
Ecco avrò il senso dell'orientamento di una talpa orba, però ho una memoria di ferro, posso percorrere km, ma mi ricordo sempre la strada percorsa, questa cosa mi ha salvato parecchio qui nel Kansai e sopratutto a Kyoto.

Piccola parentesi, vi ricordate che vi ho accennato del mio ditino smagrito, ecco per quanto mangi, qui nel Kansai, sto percorrendo tanti di quei km che sto scomparendo per quanto brucio calorie e sopratutto sudo... qui si suda, non c'è nulla da fare, niente, si suda, tanto, tanto che a volte ti sembra che non smetterai più, che non tornerai mai più asciutto.
Non è il sudore appicicaticcio di Torino è acqua pura, è l'estremo tentativo del tuo metabolismo per potersi difendere dal caldo assurdo, l'unica è fermarsi ogni tanto, bere laghi interi d'acqua (acqua, non le altre bibite zuccherate che vendono nelle macchinette, fanno venir solo sete) e aspettar di evaporar il sudore in eccesso, oppure ricorrere a metodi drastici come l'inzuppatura del tuo asciugamanino portatile (vi ricordate, lo dovete avere sempre!) oppure le salviette chimiche che vendono, imbevute di alcool che da un'immediata sensazione di fresco e il vostro metabolismo fesso ci casca e smetti di sudare.

Torno ad Osaka, da Sagano via Kyoto Station senza pause, per cui a Osaka mi viene scalato l'intera tratta da Sagano, adoro le card! Sono un tremendo sbattone in meno, sono comodissime.
Voglio tornare al Castello di Osaka per godermi l'ultima serata del festival delle lanterne senza pioggia, mi incammino nel parco di Osaka, è l'imbrunire e ad un certo punto si staglia stupendo il castello, ero ancora lontano, ma la posizione era bellissima, scappuccio la mia FZ28 e mi guardo intorno e lo vedo.
Se in Giappone vedete un vecchietto, con un treppiede da paura e una Nikon esagerata, con un bandana in testa da guerriero, posizionatevi dove è lui poichè avete trovato un Sommo Sensei della fotografia!
Era arroccato sopra un muro e la vista da li era splendida, mi posiziono con la mia solita tecnica libro e pacchetto di sigarette e mi metto a scattare, il sommo Sensei però mi prende in simpatia e nonostante non spiccichi un hello in inglese mi invita ad usare il suo treppiede! Due volte! Al tramonto e quando si accendono le luci di del Castello :)
E sul treppiede, quando il gioco si fa serio, si va sul manuale e si smanetta con priorità di tempi e diaframma, bisognava impressionare il Sensei :)


Mi dirigo contento verso il castello e mi fermo a mangiare Takoyaki che insieme alla Okonomiyaki mangiata ieri sono le autentiche prelibatezze di Osaka, non si può venire qui e non mangiarle preparate secondo tradizione nei chioschetti.
Terminata la delizia (temo di essermene assuefatto!) mi dirigo al parco di mille lanterne illuminato e qui mi accorgo dell'immensa potenza fotografica sfoggiata dai Giapponesi! C'era il meglio del meglio dell'industria fotografica nipponica, uno sbotto di Nikon, molte meno Canon, pochissime Sony, una marea di Panasonic (sopratutto point and shot), ci saranno stato miliardi di Yen di attrezzature fotografiche! Il tutto in mano a privati, i Giapponesi sono appassionati di fotografia, l'adorano proprio.

Termino la serata nella mia Shinsaibashi stanco come non mai, ma quant'è bello il Kansai :)

Good Night in the Bambù Forest!

venerdì 21 agosto 2009

13 - Billiken and the Go and the Sky and of course the Light

Sentivo di averle fatto un torto...
Insomma in fondo ero andato solo a visitarne il suo meraviglioso castello...
Ero stato egoista, avevo pensato solo alla mia passione per il Giappone medievale e non le avevo dato abbastanza attenzione...
Era tempo di rimediare!

OSAKA!

Mi armo di guida presa da Maruzen a Tokyo e dedicata interamente a lei, stilo il piano di battaglia in un bel cafè vicino all'albergo e sono pronto, prima tappa: Shinsekai!



Visitare questo delizioso piccolo quartiere, coronato come un principe popolare dalla bellissima e particolare torre Tsutenkaku mi ha affascinato e commosso per moltissimi motivi.
Il primo è che ho fatto la conoscenza di Billiken, un dio popolare e del popolo simpatico, sorridente e pronto a soddisfare i tuoi desideri se strofini i piedini alla sua statua all'ultimo piano di Tsutenkaku :)


Poi mi ha commosso ripercorrere i passi di Kazuma Kiryu, salire come lui su per la Tsutenkaku, individuare, come lui fece, il palazzo dove si celava un importante indizio, mangiare nello stesso ristorantino dove aveva mangiato lui con la sua socia poliziotta di Osaka...
Quanti ricordi... lacrimuccia... ;)

Poi mi ha stregato, affascinato, stupito e rapito per non so quanto tempo scoprire che le sale da gioco di Shogi e Igo di Yakuza 2 esistono davvero! Ero li, attaccato alla vetrina affascinato dai giocatori di Go che con una maestria e leggerezza ponevano le loro pietre bianche e nere sulle lucide tavole 19x19!
Dovete sapere che da un pò mi diletto a giocare a Igo, perdendo regolarmente in tavole 7x7, ma rapito dalla liquida fluidità e profondità strategica di questo gioco unico e affascinante.
Volevo quasi entrare, sedermi ad un tavolo e farmi massacrare su una tavola 19x19, ma ho intuito che quello era un luogo giapponese, per giapponesi, parte della loro tradizione e vita e mal avrebbero sopportato uno straniero, così scarso tralaltro.
Ecco Shinsekai mi è sembrato un quartiere autentico, vero, giapponese nel midollo, anzi "osakese" fin nel midollo, i negozi, il cibo, ogni cosa, ogni edificio trasudava autenticità di ritmi, tempi e tradizioni reali e vissute.


Stordito da tutta quella autenticità, sognante e rapito decido di andare a rinfrescarmi le idee sul Floating Garden Observatory.
Questo osservatorio è posto in cima ad uno dei più avvenieristici e futuristici edifici del Giappone, neppure a Tokyo si trova nulla di così innovativo e visionario: Shin-Umeda City Sky Building.
Qui trovo un Doutor! l'espresso di Doutor... finalmente! Di fronte ad un parco, un parco dentro il grattacielo, con una cascata inversa, nel senso che l'acqua veniva spinta dal basso in alto... quanto ad essere visionari e ad aver voglia di sperimentare i Giapponesi hanno molto da insegnare alla vecchia Europa.



Lo vedete il buco al centro? Ecco tutto li intorno è accessibile, senza vetrate, senza nulla fra te e il cielo!
E' il primo (unico) osservatorio di questa altezza dove si può passeggiare senza grate, senza soffitti, senza nulla fra te e il cielo e la città e l'oceano e il vento e il sole.
Senza parlare del rientro, dove si percorrono scale mobili sospese (le due linee diagonali al buco) e un'ascensore scoperto che mozza il fiato... letteralmente, per la pressione che sottopone e la vista che offre (il tubo sulla sinistra).

Un'esperienza unica, ma unica per poco ci ritornerò sicuro una sera al tramonto, ma non stasera, infatti avevo osservato una pubblicità, sulle carrozze del metrò, di un festival delle lanterne al castello di Osaka, stasera e domani. Così mi dirigo allegro verso il castello e intanto mi è venuta una voglia matta di Okonomiyaki che nel chiosco di fronte all'ingresso preparano buonissima.
Sono li che me la godo seduto sui tavoli del chiosco quando purtroppo si mette a piovere :(
Per fortuna avevo l'ombrello, avevo letto sul Touch che poteva piovere, ma speravo in Billiken e nella pratica scaramantica che quando ti ricordi l'ombrello stai sicuro che non lo usi.
Ma non mi lascio fermare e comunque scatto qualche foto a questo spettacolo stupendo, in pratica tutto il parco antistante al castello è stato cosparso di lanterne, dove la gente se vuole ci poggia intorno dei cilindri con scritto i propri desideri...
Che bello :)


Così finisce una bellissima giornata, con Ayumi Hamasaki nelle orecchie (sapete che da qualche giorno è uscito il suo nuovo disco!! Aspetto di comprarlo a Tsutaya di Shibuya, oramai è un rito) e una passeggiata di rientro nel parco del castello fresco di bagnata umidità.

Osaka è bellissima, diversa, molto diversa da Tokyo, ne più ne meno bella, diversa, con carattere e una spiccata personalità, poi si mangia benissimo :)

E non è finita...

Good Night and Things as They!