sabato 15 luglio 2017

17 ( JAPAN 2017 ) - Reality Check

"Karma des", è il karma, direbbe l'Aijin-san in Shogun.
A volte le cose vanno diversamente da come ci si aspetta e forse forse è meglio così, sicuramente è più sorprendente e inaspettato.

Mi sveglio presto, neppure faccio colazione all'Excelsior e mi catapulto ad Asakusa, volevo prendere il Limited Express delle 9 o al massimo quello delle 9.30 per Nikko, notevole meta turistica a nord est di Tokyo.

Arrivo in biglietteria, che stranamente è l'ufficio informazioni in stazione e la ragazza mi dice che non c'è più posto in nessun limited express, solo il locale, 2,5 ore ad andare, 2,5 a tornare, 5 ore di viaggio per 3 di visita, no ma bella Nikko, ma non esageriamo.

Per cui no grazie, vago in cerca di un caffè e becco Starbucks che in piena ipocrisia americanista ha deciso di diventare smoking-free, come se qui gliene fregasse qualcosa, anzi.

Quindi espresso ok, ma adesso volevo fumare, a Tokyo, in verità in tutto il Giappone, non si può fumare in strada, strano ma comprensibile visto che si inzozza in giro e sopratutto per la quantità di gente in giro rischi di bruciare tutti oltre che impestarli.
Per cui si fuma nelle smoking area sparse in giro e nella quasi totalità dei locali, in apposite aree ovviamente, tranne dai "salutisti" di Starbucks.

Girando per le vie di Asukusa, per evitare la massa turistico/molesta mi infilo in un vicolo e BAM, un bagno di realtà.
Tokyo non è solo torri d'avorio, grattacieli di vetro, centri commerciali immensi dove trovi tutto, puliti precisi, non è solo luoghi turistici, complessi templari, ma sopratutto, quanto meno per la stragrande maggioranza è casette strette in vicoletti, costruite in carta pesta poichè qui compri il terreno e la casa la tiri su pre-frabbricata e poi per i terremoti e molto, molto, molto, molto meglio così.
Con la bici lasciata li in mezzo senza mai una catena, i panni stesi sul vicoletto senza problemi, probabilmente manco la porta della casa da un piano o al massimo 2 è chiusa a chiave.
Qui non tocca mai niente nessuno, ho visto gente lasciare MacBook da 3000 euro sul tavolino del bar, pure sbloccato, oppure il cellulare o la borsa con il portafoglio in bella vista e andare a fare un'altra ordinazione o in bagno tornando anche 15 minuti dopo e nessuno che tocca niente, mai, impossibile, inconcepibile, quindi non mi stupirei che le porte fossero davvero aperte.


Quindi oggi è una giornata in cui il moderno, iper-tecnologico fa i conti con la quotidianeità con le tradizioni di un risciò trainato a gambe all'ombra dello Sky Tree.



Con i piccoli templi dove i Giapponesi fanno la propria preghiere quotidiana:


Con la scuola dove i bambini si allenano nell'assolato sabato mattina:


E cosa si fa di sabato?
Si va al parco, al parco di Ueno, quartiere limitrofo ad Asakusa, ugualmente popolare come il suo parco pieno di vecchietti che danno da mangiare ai piccioni e famiglie che portano i bambini allo Zoo nel parco:


Oppure ad ammirare l'immenso lago di Loto, li vedete gli alberi laggù in fondo, ecco fino a li è tutto un'immenso infinito lago di fiori di Loto:



Ma Ueno non è solo popolare (letteralmente e figurativamente) per il parco, ma per il suo mercato.
A metà fra un bazar, un mercato, un luogo dove mangiare in tavolini traballanti, è un'esperienza quasi mistica, fra le urla dei negozianti, il suono di musiche improbabili che escono da radio scassate tenute su con lo spago, vecchiette a cui fanno l'inchino immensi bancarolai con una faccia da galera che ti raccomando e anche qualche bella attività illecita nei vicoletti più stretti e bui mandata avanti da gente tatuata (Yakuza) su cui è meglio non soffermarsi molto.



Qui siamo sotto i binari eppure c'è la coda, qui è dove mangiano davvero nella quotidianeità i giapponesi, non nei mac donalds o nei ristorantini carini di Ooazo o Akiba Ichi.





Templi accanto a bancarelle di pesce essiccato.


Smoking area improbabili sotto ai binari.


In verità da una balconata con vista sul mercato


Ecco vedete lo schermo, la smoking area era li sotto... no davvero assurdo.



Dopo questo bagno di realtà torno a Nippori, che anche lui ha due anime, dividendosi fra la piazza principale della stazione, con i suoi alberghi, palazzi altissimi di appartamenti costosi, cafè eleganti con vetrate al terzo piano, mercatini del fine settimana carini e ordinati:




E l'anima popolare, delle case pre-frabbricate, della via del mercato:



Se vi chiedete il motivi dei pali della luce immensi stracolmi di ogni tipo di cavo è per via dei terremoti, non viene messo nulla sottoterra, tutto in alto che magari rimane in piedi invece di spezzarsi e causare scintille elettriche che possono causare incendi.



Piccoli bar dove letteralmente c'è solo spazio per un bancone e 4 sgabelli 4.
Il clima è molto familiare, anzi probabilmente questo bar è proprio la casa della proprietaria.
Qui si può aprire un bar in casa, nessun permesso, paghi le tasse e basta, quindi alcuni tirano su un'attività letteralmente in casa, con scaffali pieni di cose proprie e con una clientela affezionata di amici che vengono al bar come se venissero a trovarti a casa tua.
Le vie popolari di Tokyo sono piene di queste micro-attività e il clima dentro è molto rilassato, leggero come se fossi appunto a casa di qualcuno, non in un bar.




E cala la sera osservando come tanti giapponesi il passaggio dei treni dai binari della stazione di Nippori, qui è talmente popolare come attività che hanno appeso un enorme pannello che spiega come sono fatti i vari treni e c'è pure una rientranza nel ponte dove osservarli meglio, ovviamente pieno di vecchietti e famiglie con bambini.
P.S. quello a destra è un treno della Yamanote, quello a sinistra è uno Shinkansen di passaggio ;)


E calò il tramonto e su Nippori e su questa giornata davvero particolare e sorprendente, alla fine per fortuna che non ci fossero posti su quel treno ;)


つづく


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