venerdì 28 agosto 2009

20 - Sweet Relax

E' bello ancora stupirsi per come è strano dormire sul futon... però una sedia... è sempre una sedia.



E' bello stregarsi per come si muovon veloci le mani della bigliettaia sul touch screen e tastierino numerico che par danzare, seguito poi da spiegazioni dettagliate su come prendere il Narita Express appena prenotato.

E' bello ancora e sempre rimanare affascinati dall'attraversamento pedonale di Shibuya, quando i semafori sono rossi sembriamo due eserciti mediavali che si affrontano e quando scatta il verde, se si è in prima fila, si ha quasi paura dell'impatto, poi come per magia si formano pieni dentro vuoti, come se Sun Tzu avesse scritto la sua regola guardandone l'andamento dallo Starbucks di Tsutaya.


E' bello ancora sorprendersi dei strani avventori che frequentano alcuni ristorantini...



E' bello trovar ancora strano che per cercar dove andare a mangiare devi alzare lo sguardo alle insegne al nono piano.
E' strano che se non sai dove andar a mangiare puoi passare 3 ore a vagliare tutte le possibilità, tanti sono i locali, localini e trattorie, sparsi in orizzontale e verticale, che alla fine fai come fanno i Giapponesi, ovvero vai diretto in quelli che conosci.

E' buffo che alcuni palazzi presentino al primo piano (piano terra nostrano) solo un ascensore, che ad ogni piano si apre direttamente nei locali.

E' divertenete fermarsi un attimo in una smoking area ed osservar i mille e più abbigliamenti dei giapponesi (e su questo molto si dirà in seguito) come è divertente passeggiare lenti lenti, senza iPod ad "ascoltare" la città, i venditori che ti urlano per pubblicizzare le merci, le musiche assordanti che escono dai negozi, l'incredibile inquinamento acustico che ogni tanto si crea che però pare un'onda, ti sembra di scorgere una sorta di armonia, comunque allegra e spensierata.

E' incantevole trovare una creperiè all'angolo di una via secondaria di Shibuya, dai colori pesca e giallo piena di rampicanti intorno alle finestre dal chiarore invitante.

E' sorprendente tuffarsi in un Don Quichotte ed uscirne tutto intero e illeso.

E' stupefacente prendere un illy in uno dei pochi dehor di Osaka e accorgendosi che manca il posacenere, alzarsi, entrare e chiederne uno, lasciando il touch acceso sul tavolino e lo zaino sulla sedia che a chiunque bastava allungar una manina e ritrovarli ovviamente e non trovarlo neppure strano, anzi farci caso tempo dopo.

E' carinissimo tenere la porta aperta di un negozio a due signorine che stanno entrando e loro tutte stupite della galanteria inattesa ridere come sciocchine e profondersi in arigato ed inchini.

Quante altre cose, quante... il Giappone è una scoperta continua fra stupor e meraviglia.

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