sabato 15 agosto 2009

7 - Il Tè e la Reggia

40 minuti passarono dalla chiusura elettronica della mia camera al poggiar del sedere in un bar della Kyoto Station.
In questa enormità di tempo incredibile altro che compiere uno spostamento in metrò e in treno fra due città distanti più di 60 km nel Kansai, a Torino manco arrivavo in centro dall'ufficio con il bus...


Certo che quale esser umano dotato di un minimo di discernimento si munirebbe di un ingombrante, scomodo e costosissimo mezzo di locomozione personale (leggasi automobile) avendo a disposizione una rete così precisa, puntuale, pulita, efficiente, sicura ed economica di trasporti pubbilici? Certo qui nel Kansai non raggiungiamo le cosmiche vette di incredibili soluzioni di logistica raggiunte a Tokyo, dove singole stazioni (Shinjuku) movimentano più di due milioni di persone al giorno, si avete letto bene, al giorno, con una media di qualche centinaia di migliaia di persone presenti contemporaneamente nell'immensa stazione dalle 57 uscite a dai 6 livelli sotto e sopra elevati.
I giapponesi hanno fatto del trasporto pubblico una scienza, esatta, precisa, efficiente, sicura ed economica (per dire, da Osaka a Kyoto, metrò compreso ho speso circa 6 euro, tutto addebitato nella carta ICoca, neppure lo sbattimento di far biglietto...)

Ma basta divagar, parliamo di Kyoto, anche qui la prima impressione non è stata delle migliori, forse domani migliorerà e forse le aspettative erano un pochino alte, ma non mi è sembrata 'sta gran cosa, un paesottone, una specie di Odawara o Kamakura (leggete il blog dell'anno scorso please ;) ingrandite, prive del fascino mistico di Kamakura o della quiete provincialesca e genuina di Odawara.

Ho visitato la parte "laica" dei dieci "must see" consigliati dalla guida, ovvero l'Imperial Palace e il Nijo Castle, niente templi, quelli forse domani.
L'Imperial Palace mi ha subito fatto una pessima impressione, scendo dalla stazione del metro e nessuna indicazione, avevo uno spigolo delle mura e nulla che mi dicesse se andare da una parte o dall'altra, niente e dire che Kamakura, con la sua marginalità nel turismo internazionale accidenti ti accompagnava per mano con indicazioni continue e qui siamo a Kyoto.
Entro infine e scopro che la visita all'Imperial Palace è subordinata ad un permesso da richiedere e solo in tuor guidati! Inaudito! Mai vista una cosa del genere in tre anni in giappolandia! E no, io i tour guidati li odio, io vado in giro per i cavoli miei proprio perchè voglio andare dove mi pare, quando mi pare, perciò addio Imperial Palace.
Uscendo dal complesso becco una piccola ricostruzione di una sala da tè cerimoniale del 1600, ecco bellina, tolte le scarpe la visito tutta, proprio bellina, un tutffo nel passato e uno squarcio di vita di altri tempi :)



Contento per essermi risollevato un pò il morale e dopo aver mangiato qualcosa di strano in una ciotola di riso in un ristorante tipico all'interno del complesso imperiale, buona ma niente di che rispetto a quello mangiato nei chioschetto di Osaka ieri, mi dirigo verso il famigerato Nijo Castle, li in zona.

Anche qui ci metto un pò per l'incapacità cronica di dare indicazioni, per la mappa del metrò fornitami dall'ufficio informazioni peggiore del mondo, intricata come non mai, hanno solo due linee e sono riusciti a mapparle così male che quella di Tokyo sembra un monumento di comprensione e semplicità (cosa che in effetti è).

Comunque alla fine arrivo, un pò preoccupato perchè sono le 15 e il sito chiude alle 16... alle 16!? Ad agosto? Durante la settimana di vacanza in giappolandia per via del rituale dei morti? Vabbè spero di farcela in un ora!
Alla fine ci ho messo mezz'ora, ed è stato fin troppo... innanzitutto non è un castello, non ha alcuna valenza militare, non è certo Odawara o Osaka, ma è una reggia per intenderci, ovvero un palazzo cerimoniale costruito dal shogunato dei Tokugawa come rappresentanza del potere politico a Kyoto quand'era la capitale.


La visita è una lunga, lenta, noiosissima passeggiata all'interno con vista di stanze le cui spiegazioni sono solo in giapponese! Ma come!? Un patrimonio dell'Unesco e non ha neppure le spiegazioni in inglese!? Le uniche cose in doppia lingua erano i 16mila divieti che avevi, tra un pò manco respirare potevi, certo non sarebbe stato noioso se avessi potuto capire che cavolo di funzione avevano le stanze che vedevo.
Alla fine guardavo solo avanti e non vedevo l'ora di uscire... che tristezza, mi sentivo defraudato della mia curiosità di tutto ciò che è Giappone medievale, samurai, shogun ecc... mi sentivo derubato di qualcosa che mi sarebbe potuto molto interessare se solo fossero stati meno sciatti ed imprecisi.
Ecco a Kyoto ho trovato imprecisione e sciatteria nella valorizzazione dei siti turistici, una cosa mai vista, mai provata da quando sono in Giappone, pure lo sconosciuto castello di Odawara aveva il suo bel museo con tutte le teche in doppia lingua, per non parlare di quello di Osaka, straripante di indicazioni, addirittura sottotitoli in inglese per i supporti audio visivi.

Spero tanto che la situazione cambi nei templi, ma se tanto mi da tanto... che peccato... uffa!

Ritorno ad Osaka vagamente stancuccio, e cercando la metro dopo esser uscito dal gate della stazione dei treni, tutto nel sottosuolo, passi dai treni alla metrò senza veder la luce del sole se vuoi e io invece decido di veder la luce del sole ;)
Non proprio sole, ma le mille luci del quartiere Umeda di Osaka, la Shinjuku locale, ovvero il quartiere dei grattacieli e mega centri commerciali, fra cui Yodobashi Camera di Osaka.
Ecco immaginate 3/4 di gru, estendetelo per 8 piani, riempitelo di tutto quello che l'umanità ha prodotto di tecnologico e affini ed avrete una vaga idea. Ho visto prodotti italiani (porta macchine foto) che non avevo mai visto neppure in Italia!
Certo a Tokyo c'è Yodobashi a Akihabara che è una volta e mezza le gru, sempre per 8 piani, ma fa comunque sempre impressione, dentro c'è un rumore pazzesco, anzi, non rumore, ma suoni dei commessi che ti uralano qualcosa, dell'ipnotico jingle di "yodobashi camera, na ra na ra..." che si pianta nel cervello e non esce più e un overload di input visivi da svenire.
Per esempio, volete qualcosa che pulisca le lenti della macchina foto? In Italia forse trovate uno o due prodotti, qui trovate uno o due scaffali enormi, pieni fino al soffitto di prodotti diversi, puoi passare un pomeriggio solo a scegliere che accidenti di prodotto è meglio per la tua preziosa lente!

Torno infine alla mia Shinsaibashi e mi immergo nel casino della sera e faccio amicizia :)

Good night! Domani ci riprovo con Kyoto :)

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